Lo stress da lavoro correlato è la percezione di squilibrio che un lavoratore avverte quando le sue capacità non sono commisurate alle richieste dell’ambiente lavorativo.
Si tratta di un problema sempre più sentito e i lavoratori e le aziende non possono certo sottovalutarlo: ecco perché è necessario parlare di “valutazione del rischio” come elemento essenziale per preservare la salute del lavoratore e la produttività aziendale.
Lo stress non è di per sé una malattia, ma una condizione provocata da fattori esterni che impattano sulle capacità del lavoratore e della lavoratrice. Dunque, si parla di stress lavoro correlato quando a causarlo è il protrarsi nel tempo di fattori stressogeni troppo intensi e sproporzionati alle capacità del lavoratore: questi fattori possono essere propri del contesto di lavoro o del contenuto lavorativo.
L’evoluzione dei sintomi da stress lavoro correlato può sfociare in patologia e avere effetti negativi sia sulla persona che sull’azienda:
Il decreto legislativo 81/08 ( nell’art. 28 comma 1 “oggetto della valutazione dei rischi” ) IMPONE a tutti i datori di lavoro una valutazione riguardante «tutti i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti i gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari tra cui quelli collegati allo stress lavoro correlato, secondo i contenuti dell’Accordo Europeo dell’08/10/2004». Successivamente, la Commissione consultiva permanente per la salute e la sicurezza sul lavoro ha elaborato le indicazioni necessarie alla valutazione del rischio stress lavoro-correlato. Con la circolare del 18 Novembre 2010 ha individuato un percorso metodologico che prevede anche le tempistiche da rispettare, per un monitoraggio efficace (per esempio, l’obbligo della frequenza di valutazione ogni 2/3 anni, salvo non esistano situazioni pregresse che richiedano l’adozione di provvedimenti più restrittivi).
L’INAIL ha sviluppato una nuova proposta ad ottobre 2017 di facile attuazione per le aziende, basata su approcci e procedure che sono frutto di ricerche scientifiche.
L’obiettivo è sostenere il datore di lavoro, fornendogli tutti gli strumenti e le conoscenze necessarie per prevenire e gestire il rischio stress lavoro correlato: un metodo che riadatta e integra il modello di Management standard predisposto dall’Health and safety executive (Hse) e contestualizzato al D.Lgs. 81/08.
Il percorso metodologico prevede il coinvolgimento attivo dei lavoratori e delle figure preposte alla prevenzione, ed è articolato in 4 fasi principali:
A conferma dell’impegno verso la prevenzione, l’Inail ha messo a disposizione una piattaforma online per gli strumenti di valutazione del rischio.
Appreso l’impatto che può avere sulla vita del lavoratore e sui costi per l’azienda, l’attuazione del sistema consigliato dall’Inail risulta essere essenziale. Tuttavia, individuare i rischi e gestire un percorso attento e specifico nella valutazione delle possibili cause di stress, può non essere semplice per il datore di lavoro.
La valutazione dello stress lavorativo è utile per il monitoraggio della salute dei lavoratori ed è obbligatoria dal 16/05/2009.
La consulenza e la formazione da parte di un professionista esperto può, inoltre, fornire anche, in uno step successivo, strumenti efficaci e conoscenze tecniche per supportare titolari d’azienda e collaboratori nel:
La valutazione dello stress lavorativo è obbligatoria per tutte le aziende che abbiano almeno 1 dipendente con qualsiasi tipo di contratto, anche a tempo determinato.
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Articolo a cura della dott.ssa Elena Casoli
Psicologa psicoterapeuta a Reggio Emilia
Dott.ssa Elena Casoli
Psicologa e Psicoterapeuta
Reggio Emilia
Iscritta all’Albo Professionale degli Psicologi della regione n. 5270
Laurea magistrale in psicologia nel 2004 presso l’Università degli Studi di Padova
P.I. 02432700355
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