E’ diventato così comune parlare di depressione che alcuni psichiatri ritengono questo fenomeno un fatto normale. D’altra parte, è nel linguaggio comune dire che “oggi ci sentiamo depressi” o riferirci a una persona dicendo che “quella è una depressa”. La depressione oggi rappresenta la seconda causa di morte nel mondo.
Un criterio di base per il funzionamento di una persona in buona salute è quello di “sentirsi bene”. Una persona sana si sente per lo più bene in tutto quello che fa: al lavoro, nelle relazioni, negli svaghi, quando è solo o in compagnia. Può vivere momenti di piacere e anche di gioia e di estasi occasionalmente, così come, talvolta, può provare dolore, tristezza o delusione. Ma non sarà depressa.
La depressione è “l’incapacità di rispondere”; è una sofferenza emotiva che si impadronisce di noi contro la nostra volontà e che infine prende il sopravvento. La prima sensazione che scompare è la felicità: nulla da più piacere. Ma ben presto altre sensazioni scivolano nell’oblio: la tristezza, così famigliare e poi il senso dell’umorismo, la fede nell’amore, la capacità di amare e di fidarsi degli altri, di addolorarsi… la mente si indebolisce e alla fine non si è più sé stessi. La depressione distrugge il sé dell’individuo e finisce per annullare la capacità di donare e ricevere affetto.
E’ la solitudine interiore.
La farmacoterapia può aiutare ad eliminare i sintomi più invalidanti di uno stato depressivo maggiore ma non è sufficiente per estirpare la “malapianta”, né può in nessun modo “curare”. La diagnosi è complessa quanto la malattia. Nei Salmi la depressione viene soprannominata il “demone di mezzogiorno” poiché, a differenza di altri demoni, ovvero le diverse forme di angoscia che vivono nell’oscurità ma vengono sconfitte nel momento in cui si vedono chiaramente, la depressione resiste al bagliore del sole e, anche se identificata, resta inalterata. E’ possibile conoscere tutte le cause e i motivi per cui si può essere depressi, e soffrire ugualmente come prima.
E’ un male oscuro, dai confini sfocati. Non colpisce né il corpo né il cervello ma la mente ( o l’anima che dir si voglia) per poi cambiare la chimica del corpo e farlo ammalare; quindi è difficile da dimostrare e da provare. La depressione è un male subdolo, non sempre visibile perché non è reale, però è sempre vero.
Se pensi di essere depresso non sarà sufficiente chiedere ansioso al medico un responso come si fa con le analisi del sangue. L’unico modo per scoprirlo ed evitare che uno stato depressivo si trasformi in vera e propria depressione è osservarsi e analizzare i propri sentimenti e sensazioni.
Per ricostruire il proprio sé dopo una depressione c’è bisogno di amore, impegno e soprattutto tempo.
Può essere molto difficile. Alcune persone sono in grado di resistere e combatterla, altre si arrendono impotenti. La depressione interagisce con la personalità e in molti casi la mente non ha più potere sull’umore, né sul corpo.
Se ci si “ammala di tristezza” non si deve esitare a parlarne in famiglia e a chiedere aiuto, se necessario. Guarire e tornare a vivere è possibile.
Il modo migliore per vincere la depressione è non amarla e non abituarcisi.
Sbarrate il passo agli spaventosi pensieri che si impossessano della vostra mente
Andrew Salomon
Articolo a cura della dott.ssa Elena Casoli
Psicologa psicoterapeuta a Reggio Emilia
Dott.ssa Elena Casoli
Psicologa e Psicoterapeuta
Reggio Emilia
Iscritta all’Albo Professionale degli Psicologi della regione n. 5270
Laurea magistrale in psicologia nel 2004 presso l’Università degli Studi di Padova
P.I. 02432700355
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