Che una buona respirazione sia alla base di una salute vibrante è risaputo. Esistono molte tecniche, oramai conosciute e praticate, che insegnano ad approfondire la respirazione ed è vero che tutte le attività aerobiche, come una passeggiata, il nuoto o la corsa servono a questo scopo e apportano grandi benefici alla salute. Attraverso la respirazione riceviamo l’ossigeno, necessario all’organismo per alimentare i processi metabolici e, conseguentemente, aumentare la produzione di energia.
Tuttavia, la bioenergetica non insiste eccessivamente sugli esercizi di respirazione. Quello che conta è se ci rendiamo conto del modo in cui respiriamo e l’obiettivo è quello di arrivare a respirare più liberamente; il più liberamente possibile. Lo scopo è quello di aiutare a sentire e a scaricare le tensioni che ci trattengono dal respirare con naturalezza.
Detto così può sembrare un concetto stravagante, ma non lo è affatto. Tutti noi respiriamo e, normalmente, non vi prestiamo particolare importanza, neppure ci accorgiamo che stiamo respirando; non abbiamo bisogno di istruzioni! Ma se osserviamo attentamente il nostro modo di respirare, ci accorgeremmo subito che il nostro respiro ha molte particolarità: potrebbe suscitare in noi diverse sensazioni e molto probabilmente, entreremmo in contatto con delle tensioni spiacevoli. Provate. Magari il nostro respiro non coinvolge tutto il corpo, oppure ci fa sentire tensioni, dolori, fastidi, che senza uno sguardo attento non avremmo avvertito. Il motivo per cui il respiro di un adulto è spesso bloccato, è perché è turbato da tensioni muscolari croniche che ne limitano il naturale flusso. Queste tensioni sono il risultato di conflitti emotivi che si sono formati durante la crescita.
Quello che fa la bioenergetica nel lavoro sulla respirazione è quello di riconoscere tali tensioni e di capire perché sono state attivate per imparare ad alleviarle e allentarle in modo da ripristinare una modalità di respirazione naturale. Il risultato non ha solo conseguenze sul benessere fisico, ma anche psichico ed emotivo. Le tensioni croniche che impediscono una naturale respirazione infatti, inibiscono anche aspetti profondi di sè e il modo in cui respiriamo ci può dire molto di noi.
Lowen invita a pensare al flusso respiratorio come a un’onda, che parte dalla bocca e scende attraverso la gola sempre più giù; il movimento naturale di quest’onda è quello di espansione e contrazione. Potremmo dire che una respirazione rilassata è verso il basso e all’infuori, prevalentemente più addominale che toracica. Raramente respiriamo in questo modo. Anche il movimento inspiratorio ed espiratorio dovrebbe seguire quest’onda dall’inizio alla fine, proprio come l’onda del mare, ma spesso ciò non avviene in modo completo. Questo accade perché l’espirazione induce un rilassamento del corpo intero, si lascia andare l’aria e, col tempo, si lascia andare ogni presa. Ecco la ragione per cui, chi ha paura a lasciarsi andare, potrebbe avere difficoltà a espirare in modo completo e il suo torace rimarrà sempre, in qualche modo, gonfio. La difficoltà potrebbe anche esserci nel movimento inspiratorio, che più ha a che fare con la paura di protendersi verso il mondo in modo attivo, Oppure il corpo potrebbe muoversi in modo non simultaneo, ad esempio il torace si espande e il ventre si contrae e la respirazione risulta molto superficiale. Anche questo modo di respirare porta con sè il trattenere e il reprimere emozioni profonde.
La ricchezza e la specificità del lavoro bioenergetico sta proprio in questo: aiutare la persona a “por mente al corpo” e trovare nuovi modi per ampliare e liberare l’espressione di sé e questo va al di là del lavoro corporeo, è un percorso alla scoperta di sé stessi.
Breath, breath in the air,
don’t be afraid to care
Respira, respira nell’aria
non avere paura di preoccuparti
( Pink Floyd)
Articolo a cura della dott.ssa Elena Casoli
Psicologa psicoterapeuta a Reggio Emilia
Dott.ssa Elena Casoli
Psicologa e Psicoterapeuta
Reggio Emilia
Iscritta all’Albo Professionale degli Psicologi della regione n. 5270
Laurea magistrale in psicologia nel 2004 presso l’Università degli Studi di Padova
P.I. 02432700355
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